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Data di pubblicazione: 16 febbraio 2012

Per non dimenticare mai!

SULPM
28 febbraio 1985 Reggio Calabria. Ucciso Giuseppe Macheda, vigile urbanono di 30 anni.

Fonte: "Dimenticati" di Danilo Chirico e Alessio Magro

Giuseppe Macheda faceva parte di una squadra che - sotto la guida del pretore Angelo Giorgianni - si occupava di combattere l'abusivismo edilizio.

Gli sparano un colpo di fucile alle spalle nella notte mentre fa ritorno a casa.

La sera prima gli avevano incendiato l'auto. Due sere prima a prendere fuoco era stata l'auto di un altro componente della squadra.

La squadra antiabusivismo nelle settimane precedenti aveva sequestrato numerosi immobili e fatto arrestare molte persone.

Articolo di La Repubblica del 6.10.1987

IL VIGILE FU UCCISO DALLA MAFIA DEGLI ABUSI EDILIZI

REGGIO CALABRIA Tre persone hanno ricevuto un mandato di cattura per concorso nell' omicidio del vigile urbano Giuseppe Macheda, ucciso mentre tornava nella sua casa di Reggio Calabria la sera del 28 febbraio 1985. I mandati di arresto riguardano Carmelo Ficara, di 31 anni, Roberto Barreca, di 28 e Francesco Faccì, di 31. Mentre Ficara è latitante e ricercato in tutta Italia da polizia e carabinieri, gli altri due sono stati arrestati. Il vigile urbano ucciso era impegnato in una squadra per la repressione dell' abusivismo edilizio, alle dirette dipendenze del pretore, ed era stato inflessibile nel tentativo di contenere il fenomeno dell' abusivismo a Reggio. Subito dopo la sua morte, i sospetti della polizia si erano appuntati su Carmelo Ficara, un appaltatore con alcuni precedenti penali per abusivismo, considerato vicino ad un gruppo mafioso che opera nella zona meridionale di Reggio. Tra l' altro Ficara lavorava alla costruzione di un complesso di villette della zona di Bocale. Francesco Faccì è cognato di Ficara, mentre l' altro arrestato, Barreca, è collega di Faccì presso le Ferrovie dello Stato. Secondo la squadra mobile di Reggio Calabria i tre sarebbero i mandanti e gli organizzatori dell' omicidio del vigile urbano, mentre i responsabili materiali sono per il momento sconosciuti. Francesco Faccì è stato arrestato sabato scorso su un traghetto in servizio sullo stretto di Messina, mentre andava in Sicilia per sposarsi. Il suo collega Barreca, invece, è stato fermato dalla polizia nella stazione ferroviaria di Milano, dove lavora.


24/Dicembre/1986 il Vigile Urbano Giuseppe Rattà,cadde nell'adempimento del dovere,affrontando coraggiosamente un rapitore in fuga che,a seguito di uno scontro a fuoco,lo colpì mortalmente. Mentre cadeva al suolo riuscì comunque a sparare,con la propria pistola d'ordinanza, uccidendo il malvivente.

l' omicidio del vigile urbano nasconde la volonta' della mafia di imporre il diktat dell' intolleranza. il sindaco: " non abbiamo altra forza che la legge, l' osserveremo fino in fondo " . mobilitata la polizia





------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ REGGIO CALABRIA . Giuseppe Marino e' stato ucciso: con un collega (ferito) stava rimuovendo le auto in sosta vietata TITOLO: Un delitto contro la citta' che rinasce L' omicidio del vigile urbano nasconde la volonta' della mafia di imporre il diktat dell' intolleranza Il sindaco: "Non abbiamo altra forza che la legge, l' osserveremo fino in fondo". Mobilitata la polizia - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - DAL NOSTRO INVIATO REGGIO CALABRIA . Le valvole dei freni degli autobus sbuffano zaffate d' aria compressa sull' asfalto: s' alzano sibili acuti e assordanti e nuvolotti di polvere compatta e di sterco secco dei cavalli. Ma, oggi, passano soltanto loro per corso Garibaldi. Qualche macchina lampeggiante della polizia attraversa la strada principale della citta' , saettando nelle vie laterali, verso chissa' quali indirizzi. Si cerca un assassino, forse due. Rabbiosamente. Indagini difficili per un delitto impastato di prepotenza mafiosa. Un morto per imporre la legge della violenza e dell' intolleranza. Forse e' stato un "multato" che si e' infilato la maschera truce del vendicatore del clan dei "facciamo come ci pare". Il sindaco Giuseppe Reale, dc, ex deputato, aria mite ma risoluta, ha discusso in consiglio e in prefettura la situazione: tutte le forze di polizia si mobiliteranno per far rispettare l' ordine e i divieti. Esclusa la richiesta di presidi dell' esercito: "Non coinvolgiamo la citta' in un giudizio che non merita: tutti vogliamo liberarci di una delinquenza arrogante, di una minoranza smargiassa capace di arrivare al crimine piu' grave". Adesso, sul corso ricade uno strano silenzio: sono scomparsi i ragazzotti strombazzanti sui motorini compressi, si e' improvvisamente chiusa la sfilata delle fuoristrada aggressive come pistole spianate, pronti fino a ieri a sfidare l' ordinanza del vicesindaco con delega al traffico Angelo Matacena. Lui aveva osato mandare i vigili per far rispettare l' isola pedonale di corso Garibaldi, multare chi era in divieto di sosta, chi circolava senza permesso. E carri gru delle rimozioni per risolvere gli intralci. Troppo per qualcuno. Cosi' quel qualcuno ha cercato il morto, un vigile da ammazzare. Davanti alla Villa Comunale, l' altra sera, hanno freddato Giuseppe Marino, 43 anni, tre figli, e ferito il maresciallo Orazio Palamara di 38, che guarira' presto. Presi a colpi di calibro 9, da dietro una cabina telefonica, complice il buio della sera. Un agguato, con tanti testimoni di pietra. La citta' che ha visto in cinque anni duemila morti assassinati nell' infinita guerra delle cosche, vincendo il primato mondiale del maggior numero di omicidi rispetto al numero degli abitanti, ora e' attonita davanti a quelle macchie di sangue raggrumato e a quei mazzetti di fiori pietosi. La pax mafiosa raggiunta per ordini superiori di Cosa Nostra tra i clan degli Imerti e dei Libri (i capi sono da poco in carcere dopo lunghe latitanze), ha quasi azzerato i contributi alla carneficina: cinque morti per piombo negli ultimi dodici mesi. E Reggio Calabria stava abituandosi alla vita. La nuova giunta, un mese fa, dopo un travaglio pre e post elettorale che l' aveva tenuta nel cappio dell' ingovernabilita' piu' squassante e dopo l' ordine imposto dal commissario, si e' decisa a lavorare. Un tentativo che ha del coraggioso, qui. "Proviamo a mettere un po' d' ordine in questa citta' ", aveva detto il sindaco Giuseppe Reale ai suoi undici consiglieri scudocrociati, all' indipendente e al liberale, quel Matacena dei traghetti "Caronte", che si era guadagnato una notorieta' assai poco imprenditoriale schierandosi con i "Boia chi molla" di Ciccio Franco. Tra le tante emergenze non c' era che da scegliere, tutte con massimo indice di priorita' . Prima di tutto il "decreto Reggio", bocciato dal commissario perche' prevedeva campi sportivi al posto di scuole materne. Ora sembrerebbe tutto pronto per il via. Poi l' abusivismo dilagante: quindicimila costruzioni cresciute come funghi in una notte. Il procuratore Franco Providente, un cinquantenne attivo e deciso, ha preso in mano il piccone delle ordinanze di demolizione. Ieri ha detto: "L' uccisione del vigile dimostra quanto sia difficile in questa citta' il lavoro di chi ha scelto di stare dalla parte della legge". Ancora: l' aeroporto e' pericoloso perche' i palazzi piantati come pali in laguna "intercettano" le rotte di atterraggio degli aerei. Insomma si e' costruito illegalmente sulle linee di volo. E poi: il palazzo dello sport da mettere su, il palazzo di giustizia da rifare, l' approvvigionamento idrico da assicurare. Mali eterni che si coniugano con il racket delle estorsioni e la ferocia della ' ndrangheta. A piazza Carmine sono sparite le cinquanta bancarelle "spontanee". Ora si trattava di attaccare la sosta abusiva selvaggia e gli scorazzamenti nell' "isola" del Corso. Dalla mano ferma dei vigili e' maturata la risposta calibro 9. Centottanta vigili, parecchi alla soglia della pensione, su un organico che ne prevede 250 (il concorso e' fermo da anni) mobilitati con blocchetti e palette. Ieri: un giorno di tensione e anche molta paura. Oggi i funerali nel Duomo. La famiglia di Marino voleva esequie private: "Lasciateci piangere in pace". Il sindaco l' ha convinta che il lutto e' dell' intera citta' . Sui muri un manifesto: l' amministrazione comunale e' decisa, "non abbiamo altra forza che la legge, la osserveremo fino in fondo, fino a liberarci dalla schiavitu' della violenza". Paolo Graldi ------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: Chi ha sparato? Sette sotto esame LE INDAGINI - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - DAL NOSTRO CORRISPONDENTE REGGIO CALABRIA . Gli investigatori non hanno dubbi: se non proprio le cosche, certo e' la mentalita' mafiosa che pervade larghi strati della societa' che ha armato la mano del killer che venerdi' sera ha assassinato il vigile urbano Giuseppe Marino, 43 anni, e ferito gravemente il maresciallo Orazio Palamara, 37 anni. Un delitto che ha scosso la citta' illusa forse dalla "pax mafiosa" siglata dalle cosche di essersi scrollata di dosso la violenza. Gli investigatori hanno accertato che l' assassino ha sparato con una pistola calibro 9 e che ha colpito tra l' altro al cuore ed ai polmoni il vigile Marino uccidendolo all' istante. Ed il maresciallo Palamara e' vivo (le sue condizioni sono notevolmente migliorate ieri) grazie al fatto che e' riuscito alzando istintivamente un braccio a ripararsi dai colpi che l' avrebbero centrato al volto. Il medico legale ha stabilito che il killer ha sparato a distanza ravvicinata da non piu' di 30 centimetri. Nella notte la squadra mobile ha sottoposto alla prova dello stub (capace di accertare se una persona ha sparato di recente) sette persone che possono aver nutrito rancore nei confronti dei vigili per essere stati ripetutamente contravvenzionati, ma si attende ora l' esito dell' esame. Sempre durante la notte era stato fermato ma poi rilasciato (ha un alibi di ferro) un diciassettenne che aveva avuto un alterco venerdi' con il vigile ucciso. Ma intanto il corpo dei vigili urbani si e' schierato sul fronte della contestazione. Nel suo mirino c' e' l' amministrazione comunale ma soprattutto il comandante colonnello Salvatore Minniti che ora si e' dimesso. Tra vigili e comandante i rapporti sono stati sempre tesi. Un anno fa i vigili si erano autoconsegnati per far sollevare il colonnello Minniti dall' incarico. E la giunta dell' epoca li aveva accontentati. Ma il Tar successivamente aveva annullato la delibera e rimesso l' ufficiale al suo posto. I vigili lamentano di essere pochi e di essere stati mandati allo sbaraglio. Per qualche giorno non scenderanno in strada. Al loro posto . la decisione e' stata presa dal comitato per l' ordine e la sicurezza . saranno i carabinieri, la polizia e le guardie di finanza a presidiare il centro cittadino e Corso Garibaldi in particolare 24 ore su 24. Potrebbe anche intervenire l' esercito. E il vice sindaco Amadeo Matagena ha annunciato che di tasca sua consegnera' 50 milioni a chi dara' informazioni utili per la cattura del killer. Giuseppe Barila'

Graldi Paolo, Barila' Giuseppe
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salvatorecastelbuono

24 settembre 2010 - Il 26 settembre, in occasione del 32° anniversario della morte del vigile urbano Salvatore Castelbuono, di Bolognetta, in provincia di Palermo, ucciso dalla mafia, si svolgerà una cerimonia commemorativa patrocinata dalla Provincia di Palermo e dal Comune di Villafrati.

Una lapide sarà posta sul luogo dell'agguato in contrada Stallone nella strada provinciale 77 che collega Bolognetta con Villafrati alla presenza delle autorità civili e militari. Sarà celebrata la santa messa nel luogo del delitto alle 09:30.

Salvatore, meglio conosciuto come Totò, nasce a Palermo il 26 marzo 1932, cresce a Bolognetta, piccolo centro della provincia di Palermo, dove trascorre la sua infanzia e la sua giovinezza. Dopo il servizio militare, svolto nel nord Italia, torna a Bolognetta, dove si sposa con una sua omonima, Rosaria, recentemente scomparsa.


Dal matrimonio nascono 4 figli: Giuseppe, Carmela, Cesare, Antonio. Superato il concorso di vigile urbano, inizia a prestare servizio presso l'amministrazione comunale di Bolognetta nel '58 e continua ininterrottamente fino alla data del decesso, espletando molteplici compiti a lui affidati. Il 26 settembre 1978 viene colpito a morte con 5 colpi di pistola p38 all'interno della sua autovettura in territorio del Comune di Villafrati al confine con quello di Bolognetta sulla strada provinciale che da Palermo raggiunge Agrigento.

Il vigile urbano, al momento del delitto, indossava la propria divisa e veniva subito riconosciuto dai carabinieri della stazione di Bolognetta, che si recarono sul luogo del delitto, avvisati da muratori che lavoravano nella zona, ove l'omicidio era stato consumato.

Era uomo che credeva nella legalità nel rispetto delle istituzioni e delle leggi, infatti, per l'attaccamento al genere di servizio che egli espletava, era strettamente legato ai carabinieri di Bolognetta e anche ai militari dell' Arma di Palermo del reparto di polizia giudiziaria. Proprio a questi ultimi non ha esitato a fornire preziose informazioni inerenti noti latitanti mafiosi. In quanto conoscitore del territorio e degli ambienti, egli riusciva a raccogliere, con meticolosità, notizie importanti che mai gli organi inquirenti ufficiali avrebbero potuto acquisire senza il suo contributo.

"Sempre ligio al proprio dovere – dice il figlio Antonio Castelbuono -, non ha fatto altro che obbedire ai suoi superiori e alla voce della sua coscienza con abnegazione e zelo in ogni circostanza, incurante di rischi e pericoli di qualunque genere. La conseguenza del suo leale modo di agire, purtroppo, ha decretato la sua condanna a morte".

Non vi è dubbio che l'ipotesi più conducente al delitto sia da attribuirsi al proposito di vendetta di noti latitanti corleonesi del periodo, che orbitavano, anche, nel territorio di Bolognetta. Il delitto venne rivendicato al reparto Operativo dei Carabinieri di Palermo della Caserma Carini con una telefonata anonima.
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Morì nell'attentato di via Palestro:
Gandino dedica una sala al suo vigile

1 giugno 2011
Cronaca

Alessandro Ferrari



Il Comune di Gandino dedicherà ufficialmente la sala civica di Piazza Vittorio Veneto ad Alessandro Ferrari, trentenne vigile urbano gandinese, morto il 27 luglio del 1993 a Milano nell'attentato terroristico di via Palestro. La cerimonia giovedì 2 giugno alle 10, la targa commemorativa sarà a pochi passi dal Monumento ai Caduti, all'ingresso della sala civica che per l'occasione ospita una mostra fotografica dedicata ai musicisti gandinesi.

«Alessandro – ricorda il sindaco Gustavo Maccari – aveva trascorso l'infanzia a Gandino, con il padre Agostino, sarto, e la mamma Elisabetta Moro. Si erano poi trasferiti a Milano, ma la madre nel 1991 era tornata a Gandino, dove vive tuttora anche il fratello di Alessandro, Giuseppe. Alessandro si era sposato nel 1989 con Giovanna Uraglio e, al momento della strage, era padre da poco più di un anno del piccolo Matteo».

La bomba, nascosta in un'auto notata per primo proprio da Alessandro Ferrari, provocò la morte anche di tre vigili del fuoco e di un immigrato marocchino che dormiva su una panchina nelle vicinanze. L'obiettivo dell'autobomba era il Padiglione di Arte Contemporanea, nell'ambito di una trama eversiva che colpì anche Roma e Firenze.
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La Tragica scomparsa del Collega Bruno Montesi

Era il 1 marzo 1980, una pattuglia di motociclisti della polizia municipale romana transitava alle 17,10 su Ponte Garibaldi, l'agente Bruno Montesi, classe 1949, vide una donna in acqua nel Tevere dibattersi tra i flutti per reggersi a galla; noncurante dei rischi, Montesi non esito' a gettarsi nelle acque putride del fiume, riuscendo con veloci bracciate ad afferrarla e portarla a riva, salvandole la vita, rischiando di annegare a sua volta. Dopo un po' di tempo l'eroico vigile si ammalo' di leptospirosi, dimagrendo in poco tempo 12 kili, ma, per portare lo stipendio alla famiglia, rientro' per un breve periodo in servizio, purtroppo la malattia ebbe il sopravvento, i medici gli asportano parte del fegato, ma le cure non servirono a salvargli la sua di vita ed il 24 Novembre 1981 mori', a soli 32 anni.
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Addio a Claudio Mazzamuto «il vigile sempre in servizio»

Il Giorno.it 30/10/2002


«Claudio si sentiva sempre al servizio dei cittadini, sia quand'era in servizio, che quando non lo era. Vorrei che al suo comportamento si ispirassero tutti i vigili urbani di Milano». Davanti all'ingresso della Basilica di Sant'Ambrogio, mentre aspetta il feretro, il comandate della polizia municipale Antonio Chirivì riserva forse le parole più belle a Claudio Mazzamuto, il vigile urbano morto a sli 33 anni la sera del 22 ottobre in un incidente stradale, mentre insieme a un collega correva in soccorso di tre controllori dell'Atm aggrediti al capolinea della linea 2. Ma non c'è solo il comandante Chirivì a rendere omaggio al vigile-eroe premiato con l'Ambrogino d'oro per aver sventato nel maggio scorso l'attentato con la bombola del gas alla fermata Duomo della metropolitana. Ci sono anche tante personalità: il sindaco Gabriele Albertini, il prefetto Bruno Ferrante, il questore Vincenzo Boncoraglio, il generale Maurizio Scoppa, comandante dei carabinieri della Regione Lombardia.

E poi picchetti d'onore di polizia, carabinieri, finanza, vigili del fuoco, personale dell'Atm e soprattutto tanti agenti della Polizia municipale, in divisa e in borghese, con i testa i suoi colleghi del Nucleo tutela trasporto pubblico. Anzi con «i fratelli del Nucleo tutela» come si legge su una delle corone di fiori adagiate sulla bara. E sono stati proprio sei colleghi a portare a spalla il feretro, mentre gli altri, in tuta, rendevano gli onori all'interno della basilica.

A seguire il feretro c'era l'anziana madre di Claudio, la signora Rosa, i parenti e gli amici stretti e circa un migliaio di persone, che hanno riempito per intero la basilica. A celebrare le esequie è stato don Maurizio Ormas, cappellano della Polizia municipale, il quale, nell'omelia, ricorda Claudio soprattutto per due motivi: «Il suo orgoglio di appartenenza al corpo e l'impegno nel servizio che lo ha portato a ricevere 11 riconoscimenti, l'ultimo dei quali è stato l'Ambrogino d'oro». Don Ormas ha parole affettuose anche per i parenti di Claudio e soprattutto per la figlia di 6 anni, a cui era legatissimo.

Il «silenzio» di un trombettiere suona l'addio al vigile-eroe. Il feretro viene portato di nuovo a spalla dai sei colleghi fino all'esterno e caricato sul carro funebre, che parte scortato da sei motociclisti per il cimitero di Lambrate, dove da ieri il vigile-eroe è sepolto.


di Marco Ruggiero


ASAPS


FEDERICA BARBIERO, MOTOCICLISTA DELLA POLIZIA MUNICIPALE DI SAVONA, PERDE LA VITA A 27 ANNI IN UN TRAGICO INCIDENTE STRADALE.

Il cordoglio dell'Asaps



(ANSAweb) - SAVONA, 10 MAG 2005 - Una vigilessa motociclista della Polizia Municipale di Savona e' stata travolta e uccisa questa mattina da un camion di una colonna dell'Esercito diretta in porto. La vittima e' Federica Barbiero, 27 anni di Cengio (Savona), da due anni in servizio al comando savonese. La vigilessa era in servizio di scorta all'autocolonna, proveniente dall'autostrada. Secondo i primi accertamenti, da una strada laterale e' sbucata all'improvviso una Fiat Punto che ha urtato la moto del vigile facendola cadere. (ANSAweb)


Un altro centauro, questa volta della Polizia Municipale si aggiunge alla lunga schiera dei caduti in divisa durante lo svolgimento del rischioso lavoro su strada.

L'Asaps esprime le sue più sentite condoglianze alla famiglia della giovanissima vigilessa, deceduta durante l'espletamento del suo quotidiano servizio a favore della collettività e si stringe al dolore di tutti i colleghi del Comando della Polizia Municipale di Savona.

Bartolomeo Mana


Morì a Druento (To) il 13 luglio 1979, all' età di 35 anni. Il 13/07/1979 era in servizio disarmato nei pressi della locale Cassa di Risparmio; aggredito da alcuni rapinatori, venne spinto dentro la banca; cadde, tentò di rialzarsi, ma fu freddato con un proiettile alla testa.In seguito si scoprì che i rapinatori erano terroristi di Prima Linea che stavano compiendo una rapina per autofinanziamento (tra i terroristi che parteciparano all'infame omicidio, roberto sandalo e marco donat-cattin)


E' deceduto il vigile urbano dopo l'incidente di oggi

Paolo Procopio di anni 44 è morto sul posto

11 dicembre 2009


Un agente della polizia municipale di Catanzaro, Paolo Procopio, 44 anni molto conosciuto in città e residente nel quartiere Santa Maria di Catanzaro, e' morto oggi pomeriggio a causa di un incidente stradale che si e' verificato intorno alle 14 a Catanzaro. Lo scontro è avvenuto sull'incrocio di Viale Cassiodoro all'altezza dell'Istituto Professionale.Per cause in corso di accertamento, la motocicletta di ordinanza su cui viaggiava il vigile si e' scontrata con una Fiat Punto? che dall'incrocio procedeva verso Via Lucrezia della Valle mentre il motociclo viaggiava in direzione sud.

Immediato l'arrivo dei soccorsi, ma per l'uomo non c'e' stato nulla da fare, mentre altre tre persone sono state trasportate al pronto soccorso dell'ospedale "Pugliese" per le cure del caso. La redazione tutta, partecipa al dolore della famiglia.
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E' morto l'agente investito da un'auto a Roccabianca

25/11/2009

E' morto nel pomeriggio nel reparto di rianimazione dell'ospedale Maggiore di Parma Giuseppe Brizzi, l'agente di 27 anni della Polizia Municipale delle Terre Verdiane travolto ieri, attorno alle 17.30, mentre stava operando un posto di blocco alle porte di Roccabianca.

L'agente stava effettuando alcuni controlli alle auto in transito assieme ad una collega lungo la provinciale 10, fra Fontanelle e Roccabianca, quando è stato travolto da una Opel Agila guidata da un 86enne della zona. Il giovane nella notte era stato sottoposto ad un intervento chirurgico alla testa, ma i traumi riportati nello scontro non gli hanno dato scampo.

LA DINAMICA - Sulla provinciale 10 tra Fontanelle e Roccabianca era stato allestito un normale posto di blocco. L'agente, che ha 27 anni, stava facendo ripartire un camion che aveva appena controllato, quando è arrivata un'Opel Agila guidata da un uomo di 80 anni. L'auto ha travolto in pieno il giovane agente, che è stato sbalzato. La collega che lavorava con lui è accorsa, poi è giunto il personale del 118. L'agente è stato portato al Maggiore, in condizioni subito apparse gravissime. Restano da chiarire le cause dell'incidente.


Vincenzo Ugga, vigile trentenne che il 9 marzo del '77 fu ucciso nel corso di una violenta sparatoria da un personaggio temibile e spregiudicato, Vincenzo Andraus, killer spietato che dopo una rapina fu inseguito proprio da una pattuglia di vigili e non esitò a sparare contro Ugga e i suoi colleghi (morì anche una parrucchiera).


RENATO STUCCHI, vigile urbano di Pioltello (MI), viene ucciso nel dicembre 1976 a coltellate mentre contestava un verbale ad un ambulante abusivo


il 22 gennaio 1977, a Paderno Dugnano (MI), viene ucciso da colpi di arma automatica, da rapinatori in fuga, il vigile Paolo RUGGERI


Sempre a Milano, muore in servizio Gaetano Picone, agente motociclista, investito in via Bodio da una filovia. Era il 16 aprile dell'86 e Picone aveva 37 anni.


il 6 novembre 1977 muore il vigile Walter Procaccini (28 anni, nel Corpo di Polizia Municipale di Roma da 11 mesi, sposato da 4 mesi): inseguiva un giovane in vespa (forse uno scippatore), dopo averlo raggiunto, questi tira un calcio alla ruota del motociclo di servizio: il vigile cade a terra e riporta ferite gravissime alla testa che non gli lasceranno scampo


In via Pergolesi, vicino alla Stazione Centrale di Milano, alle 23 di domenica nello scontro dell' Alfa 33 di servizio contro un filobus della linea 92 e' morto un vigile urbano, Alessandro Stracuzzi, 27 anni, sposato da due mesi. Il suo collega al volante, Mauro Quaglia, 28 anni, e' ora ricoverato nel reparto di rianimazione dell' ospedale di Niguarda, mentre il conducente dell' Atm se l' e' cavata con ferite guaribili in una settimana.


Milano, 26 maggio 1981, muore in un incidente stradale il vigile Luciano Raffa investito da una moto guidata da un tossicomane (protegge col suo corpo una nonna con il nipotino davanti alla scuola di via Zurigo)

Giovanni Fazio viene ucciso il 22 settembre del 1997, mentre tornava a casa a Palma di Montechiaro, dove prestava servizio come vigile urbano; sposato, un figlio di 5 anni. Ancora sconosciuto il movente, ma nel dicembre del 2010 il collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati disse ai magistrati che Giulio Castellino (dirigente del Servizio d'igiene pubblica presso la Usl di Agrigento e per oltre un decennio ufficiale sanitario a Palma di Montechiaro) e Giovanni Fazio, uccisi entrambi a Palma di Montechiaro, furono eliminati perché onesti
MILANO . Tentata rapina con duplice omicidio ieri mattina a Trezzano sul Naviglio, un piccolo comune della periferia milanese. Un bandito ha ucciso un gioielliere, Aurelio Boeri, 44 anni, sposato, due figli, e un vigile urbano, il capo drappello Carlo Salerno, 35 anni, sposato, due figli, intervenuto per fermarlo. E' accaduto ieri mattina, verso le 8, quando il gioielliere e' arrivato al negozio. L' uomo e' stato bloccato dal rapinatore mentre stava aprendo la seconda delle due porte blindate sistemate all' ingresso. Aurelio Boeri ha cercato di difendersi: sentendo le sue grida, due bambini sono corsi al vicino comando dei vigili urbani per chiedere aiuto. Carlo Salerno e' arrivato proprio mentre il bandito, dopo aver ucciso il gioielliere con tre colpi di pistola, tentava la fuga. Per il vigile non c' e' stato scampo: e' stato raggiunto da tre colpi, uno alla bocca e due al torace, sparati da distanza ravvicinata. L' assassino e' riuscito a scappare. Il gioielliere e il vigile sono morti durante il trasporto all' ospedale. In serata e' stato diffuso un identikit del rapinatore.



(30 maggio 1993) - Corriere della Sera


FAR WEST NEL CUORE DI TORINO MUOIONO VIGILE E RAPINATORE


Repubblica - 31 marzo 1988 pagina 16 sezione: CRONACA


TORINO Un vigile urbano e un pregiudicato uccisi, una guardia privata ferita. E' la conclusione di una sparatoria da Far West avvenuta la notte scorsa nel centro di Torino, in via San Francesco d' Assisi, davanti alla vecchia sede del banco dei pegni dell' Istituto San Paolo. Quasi sicuramente l' assassino é uno solo dei tre banditi che, secondo gli inquirenti, stavano compiendo un appostamento per preparare un colpo grosso nell' istituto di credito. Comunque la tragedia non é stata ancora ricostruita: la polizia e i carabinieri stanno cercando di identificare i due rapinatori latitanti. Le due guardie giurate della vigilanza Città di Torino hanno, dunque, scoperto i banditi mentre studiavano il posto. La reazione degli sconosciuti è stata improvvisa: hanno cominciato a sparare e hanno continuato anche quando è giunta una pattuglia di vigili urbani che stava transitando per caso in via San Francesco d' Assisi. Il vigile Roberto Bussi, 28 anni, sposato da due mesi, è stato ucciso con un colpo di pistola che lo ha raggiunto al torace, prima ancora che potesse estrarre la sua arma. Uno del commando dei banditi è rimasto tra i due fuochi perché tutti, anche le guardie giurate, avevano cominciato a rispondere al fuoco. Il morto era un ricercato. Si chiamava Gianfranco Lazzarini, aveva 34 anni, di Bergamo. Dall' 81 era colpito da un mandato di cattura internazionale per omicidio e rapina. Arrestato in Svizzera, era riuscito ad evadere dal carcere di Zurigo dopo aver ucciso una guardia carceraria e ferito un doganiere. La guardia giurata ferita (guarirà in 30 giorni) è Antonio Telasca, 41 anni, raggiunto da un proiettile al piede. Prima di essere colpito, uno dei banditi gli ha spruzzato negli occhi uno spray per accecarlo. Telasca era di servizio assieme al collega Mauro Curreli, di 31 anni. Abbiamo sentito un rumore alle nostre spalle ha raccontato Telasca e ci siamo voltati di scatto. Davanti a noi c' erano due uomini, ben vestiti, uno aveva una giacca chiara. Prima di renderci conto di quello che stavano facendo, ho sentito un bruciore agli occhi e poi al piede. Mi sono messo a correre verso il portone di un palazzo, poi ho udito degli spari. Curreli ha aggiunto: E' stata questione di un attimo. Quelli ci hanno guardato in faccia e hanno cominciato a sparare subito. Sono stato disarmato. Poi sono arrivati i vigili che non hanno potuto fare niente. Anche loro sono stati accolti a pistolettate. Ho visto tanto sangue. Secondo quanto è stato ricostruito dai funzionari della squadra mobile e dagli ufficiali del nucleo investigativo dei carabinieri, a sparare contro la Ritmo dei vigili e le due guardie sarebbe stato un solo bandito, forse il terzo uomo che attendeva i complici poco più avanti accanto ad una Polo. Nella gran confusione il bandito ha svuotato completamente il caricatore della sua calibro 9 contro tutti, uccidendo anche Lazzarini. Poi, quando ha reso inutile ogni reazione da parte dei quattro uomini in divisa, lo sconosciuto è fuggito con il complice. Agonizzante sulla Ritmo è rimasto il vigile che ha detto al suo collega, Franco Bettina: Mi hanno beccato; portami subito all' ospedale. La Ritmo è ripartita a tutta velocità verso l' ospedale Molinette. Intanto, Telasca aveva dato l' allarme e stessa cosa via radio aveva fatto Bettina. E' subito cominciata la caccia ai due killer mentre Lazzarini era già morto, colpito alle spalle da due proiettili dum-dum. In tasca, il pregiudicato aveva 46 mila lire, un pacchetto di sigarette e un corno rosso portafortuna; sul torace numerosi tatuaggi e una firma Katiuscia. Lazzarini viene identificato all' alba, attraverso le impronte digitali. Nello stesso tempo, il sindaco di Torino, Maria Magnani Noya, alle Molinette, cercava di consolare la vedova del vigile ucciso, Tiziana Marengo, alla quale era stato detto soltanto: Tuo marito ha avuto un incidente, è grave.... - di ROBERTO PATRUNO
repubblica ondine


nel 1980 il vigile Angelo Enrico Nobile di Solaro (MI) viene ucciso da colpi di arma da fuoco sparati da alcuni malviventi dopo che lo stesso era intervenuto su un incidente nel quale erano rimasti coinvolti i delinquenti

AURELIO ZAGHINI Agente di Polizia Municipale

Medaglia d'oro al Valor Civile


Nato a Rimini il 9 novembre 1938- Deceduto a Savignano sul Rubicone (FC) il 26 ottobre 1987


IL VIGILE BUONO

Così i cittadini di Savignano sul Rubicone chiamano il loro vigile Aurelio Zaghini.Il 27 ottobre 1987 è una uggiosa sera d'autunno e Aurelio Zaghini è in servizio. Verso le 19 il vigile buono arriva nei pressi di una gioielleria, in pieno centro storico, dove due malfattori hanno appena messo a segno una rapina a mano armata. Aurelio Zaghini corre all'inseguimento dei rapinatori che stanno fuggendo con il bottino. L'agente, nonostante siano già stati sparati diversi colpi, prosegue nella sua azione senza esitare di fronte al pericolo imminente. Aurelio Zaghini cade a terra raggiunto da un colpo mortale all'addome. La morte del vigile buono sconvolge la tranquilla vita di Savignano, lasciando attoniti tutti i concittadini. I feroci assassini, nonostante ricerche e approfondite indagini da parte delle forze dell'ordine, non sono mai stati assicurati alla giustizia. Aurelio Zaghini era sposato e padre premuroso di tre figlie ancora in giovane età.
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28 luglio 1983 –

Claudio Migali, 37 anni, vigile urbano mentre spegneva un grande incendio


ALBEROBELLO (BA), 13 giu 1974

Oggi avrebbe avuto circa 70 anni: lasciava i suoi affetti esattamente 35 anni fa. La storia del paesello dei trulli non ha mai registrato delitti, tranne quella balordata del '74, in pieno Corpus Domini. Orazio Cammisa era un vigile urbano integerrimo, dalla presenza rassicurante. Aveva prestato servizio a Torino ed in altre città d'Italia, prima di approdare al servizio nel suo paese natale. Forse l'aspetto serio, forse la sua fama di incorruttibile tutore dell'ordine, si era guadagnato un soprannome che tuttora al paese ricordano tutti: lui era D'Artagnan. Quel pomeriggio era in servizio, quando entrò nel caffè Sport salutando tutti come sempre. Tra gli avventori c'era un balordo (il nome non ha importanza) che, forse risentito per i numerosi richiami a causa della cattiva custodia del mercato settimanale degli animali e sicuramente non perfettamente sobrio, partì diritto verso il vigile con un coltello puntato all'altezza del cuore. Un solo colpo e zio D'Artagnan cadde a terra nel sangue. Ricordo pochissimo di quei momenti a casa del nonno, solo una grande agitazione, frasi che non riuscivo a capire, la giovane moglie in preda a svenimenti, il figlio di neanche 4 anni allontanato e preso in cura da altri zii, mio nonno sostenuto da incrollabile fede cristiana che in quel frangente incredibilmente invocava "Pace, pace!" L'assassino scontò i suoi 21 anni per omicidio premeditato, oggi giace anche lui al camposanto. Forse c'era un mandante, qualcuno mal sopportava l'intransigenza del vigile? Troppo tardi per chiederselo. Ricordo però l'affetto e la generosità di questo zio asciutto e alto, la sua passione per la bicicletta, la stima e la simpatia che riscuoteva su tutti, soprattutto svestiti gli abiti ufficiali. Una strada del paese poi è stata a lui intitolata, proprio quella ove lui visse la sua infanzia.


Bologna, 20 agosto 1960 - Muore in ospedale il vigile urbano di Bologna Oreste Dozza, ad appena 29 anni.


Il 16 agosto 1960, in servizio di controllo del traffico, il vigile motociclista Dozza si avvedeva di un' autovettura che procedeva a velocità elevata: gli intimava l'alt ed il conducente, fermatosi, faceva notare al vigile che la sua passeggera era gravemente malata e che la stava portando urgentemente all'ospedale.


Il vigile saltò sulla sua moto di servizio e, a sirene spiegate, scortò in mezzo al traffico la macchina alla volta dell' ospedale Sant' Orsola; purtroppo una corriera, in manovra di svolta, gli tagliò la strada ed il povero vigile si schiantò contro di essa.


Fu subito soccorso dai vigili del fuoco della vicina caserma di viale Vicini e trasportato al reparto traumatologico dell' ospedale Maggiore; il suo generoso cuore si fermò 4 giorni dopo, per complicazioni sorte a seguito del violento urto.


In sua memoria, i colleghi fondarono 7 anni dopo la sua morte il motoclub Oreste Dozza, vivo e vitale ancora oggi
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27 Marzo 2011

Muore per infarto dopo aver inseguito alcuni vu cumprà. È la tragica fine capitata ad un vigile urbano di Pompei, Luigi Falanga, di 55 anni. Il fatto è accaduto in serata. Il vigile stava pattugliando assieme ad altri colleghi una delle arterie principali della città alle porte di Napoli, via Roma, dove spesso gli extracomunitari espongono le loro mercanzie. Alla vista dei vigili, come spesso accade, i vu cumprà si sono dati alla fuga: ne è nato un breve inseguimento a piedi conclusosi con il fermo degli ambulanti condotti al comando per le pratiche di rito. A quel punto il vigile ha avvertito un malore, venendo subito accompagnato nella vicina clinica Maria Rosaria dove è giunto già privo di vita. Arresto cardiocircolatorio il responso dei medici che ne hanno constatato il decesso. La notizia è stata accolta con commozione a Pompei. «Era una persona nolto ligia sul lavoro - dice il sindaco Claudio D'Alessio parlando di Luigi Falanga -, attento a far rispettare gli ordini impartiti e a reprimere ogni forma di illegalità. Purtroppo la presenza massiccia di vu cumprà la domenica è quasi una costante nel centro di Pompei. Gli immigrati arrivano in numero ingente anche dai Comuni vicini e inondano i marciapiedi con la loro merce. Su questo noi interveniamo sia perchè quella offerta è il più delle volte merce contraffatta, sia a salvaguardia dell'immagine e del decoro della città». Tuttavia, dopo questo episodio, il primo cittadino della città degli Scavi non teme che il clima di accoglienza nei confronti degli stranieri possa cambiare: «Questa è una città sensibile e perfino rispettosa - sottolinea - di chi è costretto per vivere a vendere materiale illegale. Non c'è nulla che vada nella direzione dell' intolleranza in un luogo che si rifà all'insegnamento del beato Bartolo Longo e in una città di fede. Non ho dubbi - conclude - che Pompei non cambierà il proprio atteggiamento dopo questa disgrazia».

4 Settembre 1990 Calanna (RC). Ucciso Angelo Versaci, vigile urbano di 43 anni.

Tratto da Dimenticati - Vittime della 'ndrangheta di Danilo Chirico e Alessio Magro

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Un vigile urbano viene ammazzato anche a Calanna, un piccolo comune aspromontano a due passi dalla città di Reggio Calabria. E' la sera del 4 settembre 1990 e Angelo Versaci, quarantatre anni, dopo avere passato il pomeriggio con la moglie Annamaria Catalano, dipendente dell'ufficio postale, torna in paese. Ha voglia di spensieratezza, va al bar dove ci sono gli amici. Gioca al biliardo, poi ne approfitta per una partita a carte come spesso si fa nei paesi. All'ora di cena torna verso casa. suona il citofono, Annamaria gli risponde, va ad aprire. Proprio in quel momento un killer si avvicina e gli spara contro tre colpi di fucile: uno fa a segno sulla spalla, gli altri due lo centrano alla testa.

CARLO SALERNO Trezzano sul Naviglio

Confermo, però la notizia te la dò da fonte diretta, visto che a Trezzano sul Naviglio ci ho lavorato.
Il Comando, all'epoca, si trovava in via Indipendenza, dove ci sono dei portici con dei negozi. Il collega, che ricopriva la carica di Vice comandante del Corpo, stava rientrando a piedi verso il Comando. Venne avvisato che all'interno della gioielleria, sita a pochi metri dall'ingresso del Comando, c'erano alcune persone che stavano discutendo animatamente. La cosa parve strana a Carlo, considerato che il negozio era chiuso al pubblico in quel momento, tanto é vero che si trovava con la saracinesca mezza abbassata. Si avvicinò e si abbassò quel tanto che bastava per guardare dentro e vedere cosa accadeva, visto che con il gioielliere ci si conosceva personalmente per forza di cose. All'interno stava invece svolgendosi una rapina e i malviventi, scorgendo l'uomo in divisa, non esitarono a fare fuoco. Carlo, impossibilitato a reagire per la sorpresa e per la posizione assunta in quel momento, venne colpito a morte.


9 maggio 1993 Roma, sulla via del Mare, muore il vigile urbano Elio Sinceri mentre stava predisponendo segnaletica notturna in mezzo alla carreggiata, investito da un' autovettura


il 14 dicembre 1966, a roma, muore il vigile MARIO CASCHERINI, investito in via C. Colombo


il 23 settembre 1967, a Roma, il vigile motociclista Cesare MARZULLI, sempre sulla via C. Colombo, muore travolto da un' autovettura

20 gennaio 1954

A Roma il vigile MICHELE BOVA tenta di fermare un' Alfa Romeo che veniva inseguita da una pattuglia della polizia; viene investito ed ucciso dai criminali
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"agente di polizia municipale Tullio Alessandro Benelli, morto il 30 ottobre 2000, insieme all'equipaggio dei carabinieri su un elicottero dell'arma caduto in pieno mare davanti a Livorno a causa delle avverse condizioni atmosferiche e di un guasto alla strumentazione gia' riscontrato prima della partenza"


MUORE d'infarto per salvare aspirante suicida. Emiliano Liuzzi, Vigile urbano colto da malore dopo aver bloccato giovane che voleva gettarsi nel vuoto

(LIVORNO, 08 settembre 2006)

Milano, 12 gennaio 2012 –



Un vigile urbano di Milano, Niccolò Savarino, 42 anni, è stato investito da un Suv che aveva fermato per un controllo in via Varé in zona Comasina. Trasportato in ospedale è morto poco dopo. Secondo quanto si è appreso il vigile era in bicicletta. In base alle prime testimonianze sembra abbia fermato un Suv per un controllo. Ancora da confermare se sia stata o meno elevata la multa, ma il conducente sarebbe risalito in auto e avrebbe investito una prima volta l'agente, per poi fare retromarcia e travolgerlo una seconda. A quel punto sarebbe ripartito agganciando il vigile e trascinandolo per circa 500 metri con la sua bicicletta. La bici infatti è rimasta incastrata sotto l'autoveicolo. Sul posto è intervenuto il personale del 118 che ha cercato di rianimarlo. quindi lo ha trasportato al vicino ospedale Niguarda dove ha cessato di vivere poco dopo. Il pm Mauro Clerici ha aperto un'inchiesta per omicidio volontario.





E i feriti si contano a migliaia!!!!!!!!!!!
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